Riyad

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Sono partito per un viaggio in usa con la scuola, 2 settimane e mezzo di niente nel deserto tra Utah e Nevada…
L’idea è quella di perderci, e lo facciamo sul serio.
Poi da Vegas dovevo partire e andare diretto a Riyad, dall’altra parte del mondo.

-9 ore di fuso il giovedi mattina, +3 ore di fuso il giovedi sera.
Il piano era quello.
Ma i piani si sa, non sono fatti per funzionare.

Cosi ho perso aerei, coincidenze, ho perso anche la fiducia di poterci arrivare in Arabia Saudita.

Riparto per tornare in italia, ma ad uno scalo a Francoforte provo a controllare se il destino è un “dato di fatto”, o se, semplicemente, lo possiamo manipolare.

L’ìmbarco è appena aperto, stanno facendo salire le persone e io sono in coda per aspettare il mio turno.
Ho appena fatto 11 ore di volo, visto un’aurora boreale a 10.000 metri e la stanchezza di 2 settimane di viaggio si sentono.

C’è un volo per Riyad, passando per Dubai, arrivando a destinazione alle 3 di notte.
Compro un biglietto nella strada tra un gate e l’altro dell’aeroporto.
Chiudendo gli occhi e immaginando che vada tutto bene.

Cosi sono finito in un deserto fresco, fatto di tende, di dromedari, di donne vestite con un velo nero impenetrabile ma con lineamenti, occhi e mani bellissime.
Finisco a volare in mezzo a terreni sconfinati.
A qualche metro da terra, con altri 3 aerei a poca distanza dalle mie ali.
Finisco per fare il mio primo allenamento da 1 sul deserto dell’Arabia Saudita.
Finisco per vedere cosi tanto spazio da riempire ogni angolo dei miei occhi.
Vedo sorrisi, vedo il mondo sottosopra, vedo ancora i G, la sabbia, il sole, il freddo, le tute da volo, i pasti di una cultura completamente diversa, vedo risate, vedo momenti in cui una goccia di sudore fredda ti scorre lungo tutta la schiena per una manovra troppo bassa.
Vedo piloti di cui leggevo solo sulle riviste.

Vedo caccia, vedo ore di pullman in mezzo al niente.

Vedo cosi tante cose inaspettate, che forse, il destino sa esattamente quello che fa.

“se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto”

è cosi che immagino quella decisione di prendere quel biglietto davanti all’imbarco a Francoforte, scegliendo se mollare tutto per l’incertezza di arrivare forse a Riyad, o se arrendermi a una scelta sicura e perdere tutto.

ed è cosi che dovrebbe essere sempre: fidarsi di quello che vorresti, chiudere gli occhi, e farlo.

Il destino farà il resto.

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