Un aereo alla fine è solo metallo e legno e carbonio. Una serie di pezzettini di materiali diversi che messi insieme hanno una forma di un aereo.
Strumenti, fili, cavi, tiranti, leve.
Una serie infinita di cose montate tra di loro.
Un aereo non ha un’anima, è un oggetto inanimato, come uno scaldabagno, una bici, un ferro da stiro.
Alcuni aerei volano come un ferro da stiro.
I-A596 vola come un ferro da stiro. Ricordo il primo atterraggio che abbiamo fatto insieme: a qualche centinaio di metri dalla pista, ancora alti, troppo alti secondo me, ho tolto motore per iniziare la discesa, e lui, come un ferro da stiro, ha iniziato a venire giù tantissimo…talmente tanto che non saremmo sicuramente arrivati in pista.
Allora ho dovuto dare motore, spingere un po’, aiutarlo a volare ancora un pochino per riuscire a mettere le ruote dentro la pista.
I-A596 volava come un ferro da stiro, come se tu prendessi proprio un ferro da stiro…e lo lanciassi in aria: per un pò vola, poi viene giù come un sasso.
Anche il decollo è la stessa cosa, in pochi metri stacchi le ruote…poi devi stare li, basso, dargli il suo tempo per accelerare, ha bisogno di prendere velocità. Mentre tutti gli altri vanno su come ascensori, lui ci mette un po’.
Si mangia tutta la pista, poi sfiora gli alberi, poi sale pigro.
I-A596 è un aereo strano.
é bellissimo da fuori, a terra è meraviglioso da vedere. Sembra uno di quegli aerei “da grandi”, con mille strumenti, alcuni digitali, alcuni analogici con il sapore di quei vecchi aerei.
Eppure lui è nuovo, è stato cucito su misura per me.
Ma agli occhi di tanti, I-A596 è un aereo pesante, difficile, non si fa pilotare da tutti. Lui era il numero 12. Non ce ne sono molti.
Poi abbiamo fatto amicizia. Non c’è voluto molto.
é bastata la prima virata farci innamorare.
Tocchi la cloche e sei a 90 gradi, immediato, rapido.
Quando raggiungi la velocità che vuole, lui si sveglia, diventa nervoso, ride.
Diventa un bambino che ha appena visto il suo parco giochi preferito.
Lui appena lo porti in alto, appena gli dai energia a sufficienza, inizia a saltellare, a essere leggero, velocissimo, rapido in ogni manovra, tu pensi, lui lo fa.
Subito.
Ho iniziato a conoscerlo 9 anni fa.
Ho pilotato tanti aerei, molti con la forma simile alla sua, altre volte con forme diverse, più rapidi, più lenti, più potenti e meno potenti.
Ogni aereo aveva il suo modo di volare.
Ma I-A596 è speciale, va preso con le pinze, va conosciuto per bene. Perchè non ti concede molti errori.
Se diventi suo amico, se lui si fida di te…e tu impari a fidarti di lui, allora tutto cambia.
L’aereo cambia.
Diventa qualcos’altro, diventa te, e tu diventi lui.
Ogni volta che vai su con lui, non è più questione di “volare”, è solo questione di “fino a dove vuoi arrivare”, fino a dove ti porta il tuo coraggio ?
Le prime volte che provavo le fiesler sembrava proprio non volerne sapere.
è una manovra in cui vai su in verticale, fino quasi a quando l’aereo non ce la fa più, dritto.
Poi dai piede, tutto piede, e lui si gira di 180 gradi…mette il muso giù…e scende esattamente in verticale da dove è arrivato. Meraviglia.
Eppure I-A596 in verticale non ci andava.
Perchè appena mettevo il muso su, la velocità scendeva all’istante, sembrava non ci volesse proprio andare su.
Ho provato più di una volta, tantissime volte.
Su non ci voleva andare.
Eppure dovrebbe, l’energia c’è, la velocità anche.
Allora un giorno semplicemente mi sono fidato di lui: 250kmh, ali dritte, e via, su in verticale, e fermo li con i comandi centrati.
Oddio ora cade, vedrai che non ce la fa.
E invece no.
Lui è andato su, come un missile. Fino a dove doveva andare.
E poi appena ho dato tutto piede, lui si è girato, come se niente fosse, mi ha fatto vedere la terra, e l’ha puntata in un secondo, dritto, veloce, bellissimo.
Ha ripreso tutta la sua energia ed è schizzato via come al solito.
Non era un problema suo, era un problema mio: io non mi fidavo.
E lui mi ha aspettato, in ogni volta che ci provavo ad andare su, aspettava che avessi il coraggio di chiedergli di più.
E quando ce l’ho avuto, lui semplicemente mi ha regalato un altro bellissimo ricordo. Un’altra meravigliosa sensazione.
I-A596 ha la livrea del pioneer team, prima era tutto grigio. Poi siamo entrati in pattuglia, e lui è diventato il numero 2…poi il 4…poi il 3.
Ha volato in tantissimi posti: sul mare, tanto mare.
Sul deserto della mongolia, ha volato in montagna, sopra le montagne, è arrivato in Spagna, in Germania, Svizzera, Francia, fino in Grecia, è arrivato a Instabul.
I-A596 si è annoiato con me per ore e ore di volo dritto, trasferimenti lunghissimi.
Sull’aereo ci sono i segni dei miei piedi sull’ala, perchè una volta sono salito e avevo un sassolino sotto la scarpa, e l’ho graffiato, poi lo abbiamo riverniciato, ma se guardi benissimo, a fondo, attentamente, quel graffio lo puoi a malapena vedere, puoi sentirlo con la mano se sfiori proprio in quel punto.
Poi avevo un portachiavi con 2 o 3 chiavi appese oltre quella dell’accensione, e ogni volta che facevo qualche manovra, o quando c’era un po’ di turbolenza, andavano a sbattere proprio alla base del cruscotto…e li c’è un altro piccolo segno.
Ci sono anche gli indicatori del carburante che andrebbero sistemati, quello di destra, quando arriva a zero, non è in realtà zero, hai ancora 25 minuti di volo prima che si spenga il motore, lo abbiamo provato insieme.
Ma devi saperlo.
Ho lasciato un sacco di segni su I-A596.
Anche lui ne ha lasciati altrettanti su di me. Solo che i suoi sono difficili da vedere. Ancora di più di quel graffietto che ha sull’ala sinistra.
Mi ha insegnato a fidarmi ciecamente. Certo prima devi conoscerti a vicenda, ma dopo, quando hai fatto amicizia…devi solo fidarti.
E me lo ha spiegato nei looping, nelle sfogate, nei voli rovesci, in ogni manovra in cui dovevi fidarti di lui.
Mi ha fatto vedere panorami incredibili, immagini che mi hanno segnato profondamente.
Il silenzio del mare, della notte, delle stelle, del deserto.
Ho visto le montagne altissime non da sotto…ma da sopra.
Ho visto passare le frecce tricolori sotto di noi una volta.
Ho visto le nuvole, tante nuvole.
Molte volte abbiamo giocato in mezzo a loro, è un aereo difficile da portare, ma con Sole è stato facile, La prima volta che è salita a bordo I-A596 è diventato leggero, delicatissimo, era cosi morbido e soffice da farla divertire come una matta a toccare con le sue mani le nuvole mentre ci giravamo rovesci sopra o ci passavamo in mezzo tra una montagna di nuvole e l’altra.
Mi ha fatto gelare il sangue una volta che aveva i carburatori sporchi, ma non ha mai spento il suo motore.
A volte trema.
Quando sei al suo limite, ti avvisa, tremando un pò, ma sta sempre li.
Non molla, se tu non molli.
Ho imparato a conoscerlo ora dopo ora, per tantissime ore.
é un bellissimo aereo I-A596, è un ferro da stiro, forse è vero.
ma lo è per tutti quelli che non hanno la fortuna di poterci passare del tempo insieme.
Io ce l’ho avuta, e vi assicuro che I-A596 è tutt’altro che un ferro da stiro, è quello che ogni pilota desidererebbe in volo: è te.